UNA PICCOLA PREMESSA, IL DETTO STORPIATO “NON C’E’ PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL VEDERE” E’ VOLUTO IN QUANTO SONO ANNI CHE DENUNCIAMO LE CONDIZIONI IGIENICHE DEL PUNTO DI RISTORO AL DI SOTTO DEL COMUNE, MA NESSUNO VA A VEDERE QUINDI NON SOLO NON CI ASCOLTA, MA NON VUOLE NEANCHE VEDERE!
Ci risiamo, il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Sono passate due settimane da quando si è saputo del nuovo incarico del nostro sindaco nominato presidente di Santarcangelo dei teatri, nomina che riteniamo inopportuna visto la quantità smisurata di impegni e cariche politiche, dovute e non ci mancherebbe, ma che comunque già ricopre, cariche che vanno dalla provincia, all’unione dei comuni passando dalle deleghe in questo comune …. Un sindaco dovrebbe concentrarsi a svolgere bene il suo mandato, troppi impegni fanno disperdere la concentrazione…
Analizzando bene questo colpo di mano risulta chiaro che è stato un segnale, quasi talebano, per portare avanti la linea che ha preso questo Comune ovvero “che tutto cambi affinché nulla cambi” e la presentazione fatta ne è la riprova…il festival oramai è solamente un palco di sperimentazione per gli addetti ai lavori. E la gente? I cittadini? I Santarcangiolesi? La stragrande maggioranza delle persone che ama godersi un vero spettacolo, magari classico? Come al solito queste persone si dovranno attaccare al tram, si perché il festival non ha più una connotazione di vicinanza tra l’arte e la gente, tantomeno tra Santarcangelo e il teatro, ma è diventato una sorta di creatura autoreferenziale. Basti vedere la partecipazione dei cittadini Santarcangiolesi negli ultimi anni…vicina allo 0, in molti l’anno scorso si sono seriamente lamentati, ma di fronte a questa esternazione di popolo il comune cosa ha fatto? Si è chiuso in se stesso, anzi ha blindato ogni possibilità di far tornare questo storico evento alla portata di tutti innalzando un ulteriore muro, quello della presidenza.
Sembra quasi ormai, visti anche gli articoli di giornale che poco si soffermano sulla questione scenica a favore degli altisonanti proclami dei presunti ritorni economico- turistici, che il festival valga solamente come attrazione turistica perdendo d’occhio quello per cui è stato creato…l’arte. Sia chiaro, ben vengano degli introiti a Santarcangelo, ma al di là delle ottimistiche previsioni, se l’indotto è quello dell’anno scorso non c’è molto da saltare e gridare alla vittoria, senza contare la perdita morale di un festival che non appartiene artisticamente più a nessuno, se non per fare cassa….Gnassi docet…
Tra l’altro, vista la rinnovata importanza turistica del festival, e su questo punto ci torniamo tutti gli anni ma non c’è peggior sordo di chi non vuol vedere, troviamo una scorrettezza la presenza del punto di ristoro sotto il comune. Per non parlare delle precarie condizioni igieniche… se fosse realizzata da un privato l’ASL lo porterebbe in prigione senza passare dal via. Ricordiamo per l’ennesima volta che abbiamo tante realtà culinarie meravigliose a Santarcangelo, ma si preferisce fare della concorrenza invece che valorizzarle.
Tornando alla questione teatrale, io sono cresciuto frequentando i maggiori teatri milanesi in quanto buona parte della mia famiglia ci lavorava e ci lavora tutt’ora, La Scala, Il Nazionale, Lo Smeraldo e, a parte qualche spettacolo di nicchia, il teatro è sempre stato fonte di cultura PER la gente, fonte di divertimento, momento di riflessione o arte del corpo, comunque con spettacoli che avevano un contatto REALE con il pubblico anche perché il vero attore è colui che si CIBA degli applausi, dell’affetto del pubblico, è la sua vita, il suo alpha e il suo omega. Di fronte a questo non riesco e non riusciamo a concepire questo festival autoreferenziale e sperimentale, lontano da tutto e da tutti tranne che per le persone che l’hanno creato… non riusciamo a capire perché ci devono essere “spettacoli” dove un pazzo entra gridando in piazza Ganganelli e corre via, questo lo facevo anche io quando ero giovane e brillo. No signori ancora una volta non ci siamo. Ancora avete sacrificato il punto più importante, ovvero la ragione ultima per cui è stato creato lo spettacolo … la gente, la cultura e contatto con il pubblico e crediamo che a nulla possa valere la presenza di un DJ, scelta che stride in maniera esorbitante con le reali finalità del Festival, se non quella puramente turistica.
Inoltre vorrei fare una considerazione economica. Il conto versato nelle casse del festival dalla collettività è maggiore di 800.000 euro all’anno (e ci dite pure che sono pochi!!), soldi nostri anche se vengono da comunità europea o regione, li tiriamo sempre fuori noi a fronte di incassi quasi ridicoli.
Vero che l’arte non è stata creata per crearne dei ricavi, ma ci troviamo in tempi difficili e bisogna anche avere un occhio di riguardo ai costi per rispetto verso chi, e sono in tanti, sta passando momenti di indigenza.
In questi anni abbiamo visto sprechi incredibili, dovuti soprattutto al non riciclaggio del materiale utilizzato, facendo sì che ogni anno bisogna ricomprarlo.
Inoltre gli incassi degli spettacoli, proprio per la loro autoreferenzialità e, talvolta, incomprensione, non riescono a decollare perché non hanno un pubblico adeguato. Di fronte a questi numeri a dir poco imbarazzanti, risulta oggettivamente assurdo avere un festival solo per qualche addetto ai lavori e spettatore di nicchia, festival che si discosta, non smetterò mai di ripeterlo, dai fruitori della cultura, ovvero i cittadini. Anche quest’anno purtroppo si ribadisce una linea, al di là dei proclami giornalistici altisonanti che lasciano il tempo che trovano e sui quali ci ragioneremo a posteriori, che porterà a poco anche in termini economici.
Penso che se ci fossero delle aree adibite al teatro classico, a quello locale, al balletto classico e moderno o a tutte le forme d’arte in genere e non solo per quella sperimentale, la gente di Santarcangelo sarebbe disposta a ripopolare questo festival che farebbe gioire la mente e gli occhi, riportandolo ai fasti di un tempo.
Anche questa volta non si è persa occasione di far capire quanto è lontana l’idea di cultura di una certa parte politica, a dispetto dell’amore e degli interessi della gente.
Grazie.
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